sabato 29 ottobre 2016

Cosa domandare a Mr Tarocchi?

In ogni buona lettura di Tarocchi la domanda posta fa l'80% della qualità di una risposta.

Ecco i grandi classici per i quali ci si fa leggere i Tarocchi.

Risultati immagini per potere delle domande"Troverò l'uomo della mia vita?"

"Ma il contratto di lavoro andrà come dico io?"

"Come andrà l'esame di matematica"?

Sono domande efficaci?

No.

Perché spostano il focus da dentro a fuori, sono generiche e presuppongono che il tuo potere personale circa quella questione sia praticamente zero.

Siamo così ossessionati dal cercare risposte "efficaci" da soffermarci solo di rado sulla qualità delle domande che poniamo in un consulto. La mancanza di chiarezza è la prima causa che blocca qualcuno davanti ad un desiderio o ad un bisogno. E il primo motivo per il quale una lettura di Tarocchi può essere inutile se non nociva.

Adottiamo dunque qualche precauzione usando una domanda contro intuitiva:

                                                                CHI E' IL TAROT?


Ecco, se pensiamo al Tarot in termini di "chi" (che poi in lingua cinese ricorda il concetto di "energia") si apre un nuovo modo di vedere la questione.

Le persone hanno un vissuto, abitudini, una cultura specifica.
Parleresti ad un francese in lingua slovena? No di certo!

    Attiva l'energia del Tarot con le domande giuste.

Quando fai una domanda ai Tarocchi ti misuri con una specifica energia. Un' energia viva. Forse può sembrare un po' bizzarra l'idea di personificare un mazzo di carte, ma dopotutto le domande si fanno alle persone, non alle cose. Quindi entriamo nel sano regno della follia creativa e immaginiamolo con un cappello in testa...

                                                         Chiamiamolo Mr Tarot!

MrTarot può rispondere, rispondere altro, non rispondere, decidere che il tema che proponi non ti serve, oppure può essere duro, morbido. In questo il Tarologo è solo un interprete. E gli interpreti servono quando si parla una lingua diversa.
Vediamo le preferenze di MrTarot.

                                                    Che lingua parla MrTarot?

E' un mazzo di carte fatto di immagini. Quindi un linguaggio iconico è preferibile. Occorre che le domande abbiano elementi il più possibili quantificabili in immagini.

Esempio no: Faccio bene a puntare sulle mie basi creative?

Esempio si:  E' bene investire denaro in un corso all'accademia di belle arti?

                                                     Cosa chiedere a MrTarot?

Argomenti di evoluzione personale, o finalizzati al benessere collettivo o personale.

Esempio no:  ho speranza di fregare il fidanzato a quella cretina della mia collega?

Esempio si: Quali blocchi mi spingono ad innamorarmi sempre di persone impegnate?

                                                 Cosa si aspetta da noi Mr Tarot? 

Provate ad inondare di chiacchiere un amico e poi a fargli mille domande. Cosa incasserete? Niente. O altrettanta confusione. Mr Tarot ci vuole focalizzati sulle nostre richieste. Nessun approccio generico ricevera' risposte chiare. Se ci sono più questioni vanno scomposta e trattate separatamente.

Esempio no:  Voglio rinnovare l'azienda: parto da un businnes plan? Ristrutturo i gabinetti oppure faccio prima qualche licenziamento per il cambio di personale?

Esempio si: "La proposta di y di rimettere in pari il bilancio con alcuni licenziamenti è davvero utile?"

                                                   Cosa pensa del futuro Mr Tarot?  

Niente. Il futuro è il presente che arriverà se fai sempre le stesse cose. Quindi se vuoi capire cosa succede domani, guarda quello che stai facendo oggi.

Esempio no: "riuscirò a fidanzarmi con X"?

Esempio si:  "su quali aspetti posso puntare di me per entrare in armonia con x"?
                     "Cosa mi blocca dal poter conquistare X?"

                                                        Come ci vede Mr Tarot?

Ci vede per quello che siamo: autonomi. E ci tratta per tali. Tradotto in termini di domande una persona autonoma elabora un'idea e la propone per testarne la validità e l'aderenza con i propri valori. Trova soluzioni da sondare non cerca di sondare negli altri soluzioni che non trova.

Esempio no:  "come posso fare innamorare di me una bella ragazza"?

Esempio si:  E' bene dichiarare il mio amore ad Elisa tramite un mazzo di fiori corredato da una lettera?"
notare come nell'ultima domanda siamo contemporaneamente: a) responsabili b) precisi c) visivi.







martedì 18 ottobre 2016

Pietra o Corona? Il destino segreto nella scelta di un nome.

Una donna. Due nomi. 
Quale destino nascondono? Lo scopriamo con il Tarot.

"Come ti chiami?" 
"Stefania. Ma su Facebook mi trovi come "Petra". 
"Perché Petra?" 
"Perché mi piace di più". 
"Hai barattato un gioiello regale con una pietra, lo sai? Stefania viene dal Greco e significa "corona" o "incoronata".
 "No. Ho barattato il mio vecchio nome per uno che suggerisce forza".
"Anche i re e le regine, che indossano le corone sono forti però. Sicura di averci guadagnato nel cambio?"
"Immagino di sì"

Avverto un'esitazione nell'ultima risposta e nasce così un'idea presuntuosa: sovvertire la prassi di una consueta lettura tarologica e chiedere ai Tarocchi cosa si nasconde dietro questi due nomi. Ha fatto bene Stefania a diventare Petra? 

Facciamo una premessa: al di là del gusto fonetico, dietro un nome si nasconde sempre un significato, un sapore, un'energia. E ogni energia contiene sempre una forza e una debolezza insieme. 


In greco NOMOS significa LEGGE. In latino la locuzione NOMEN OMEN si può tradurre con "un nome, un presagio". 
Perché i nomi hanno davvero tanto potere?
Nella seconda parte della Genesi Adamo riceve il potere di dare un nome alle cose direttamente da Dio. 

"L'uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi" (Genesi 2:21)

Questo passo rispecchia un altro punto, nella prima parte della Genesi: 

 «Dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra»" (Genesi 1:28)

In pratica per dominare le cose occorre dare loro un nome. Ovvero identificarle, riconoscerle. Se dai un nome a qualcuno gli attribuisci un'aspettativa, una funzione. E dunque un destino.

Molti neanche sanno che significato nasconda il proprio nome. Eppure ci ritroviamo spesso a "subirne" gli effetti inconsapevolmente. Ne assecondiamo il suono, adattandoci o ribellandoci ad esso, magari scegliendoci poi un soprannome, che sia una fuga e/o un trampolino insieme.

Cosa c'entra questo con la consultante? 

La donna chiamata "Stefania" ha sentito ad un certo punto il bisogno di cambiare pelle. Togliendosi la corona (dal greco 
Stephanos) - che come tutte le corone dà potere, ma anche responsabilità - ha scelto di essere "Kephas", che in aramaico significa "pietra".
Sollecitata a motivare la scelta, ribadisce: "il nome Petra mi protegge dai colpi perché divento dura come una pietra". 
La sua risposta rivela dunque un'esigenza sotterranea: essere insensibile ai colpi esterni.
Una pietra può avere diverse funzioni: offendere, costruire, bloccare porte, fungere da fermacarte, etc... Ma per Stefania significa protezione. 
E questo richiede un prezzo: il sacrificio del vecchio nome.  "il mondo è pronto a colpirmi. E una corona non basta per difendersi. Devo farmi dura come la pietra".
A prima vista la corona ci parla di potere. Una regina non ha bisogno di difendersi. Mentre una pietra sarà invulnerabile, ma può essere ignorata e calpestata. E' il prezzo da pagare per non essere scalfita. E' come se Stefania dicesse: "le avversità non si affrontano con l'essere nobile, ma con la durezza!" 

Ho chiesto a Stefania di estrarre due carte allo scopo di indagare le intenzioni inconsce dietro la scelta dei due nomi. Una per il nome vero (che ha ricevuto dalla famiglia e di cui non è responsabile) e l'altra per il nome "da battaglia" che si è scelta per stare al mondo. 
I due nomi sono due basi ideali per "attivare" il significato potenziale delle carte che usciranno. 
Nel nome di origine c'è "Chi sono? Da cosa voglio liberarmi?", mentre nel nome scelto: "chi voglio essere? Come voglio che mi vedano tutti?


Il risultato del tiraggio è molto interessante. 



 

           STEFANIA                                                                    PETRA

   Nome originario                                                         Nome scelto

"Chi sono? Da cosa voglio liberarmi?"            "Come voglio che mi vedano?"

Intanto le due carte richiamano entrambe il grado cinque. 
Il papa è la carta numero 5, mentre il diavolo è la numero 15. 
Il cinque ha una peculiarità: sovverte un equilibrio e crea una spinta verso qualcosa di nuovo.  Sono due carte speculari quelle del Papa e del Diavolo. Ma se in una la spinta va verso l'alto e cerca lo spirito. Nell'altro, il diavolo, va verso l'interno, ovvero l'inconscio.  

La prima cosa da osservare è che la consultante ha avuto problemi nella prima spinta (il papa è capovolto) e si è "rifugiata"nella seconda quella dell'istinto. 

Il tema della corona "Stephanos" attiva entrambi i due arcani,  ma con una sostanziale differenza: Il papa è il "re" del mondo spirituale. Il diavolo è il re degli inferi. 

Inoltre: se tra i principali significati del Papa abbiamo la comunicazione, il desiderio, l'insegnamento, perfino la figura paterna,  nel diavolo c'è la tentazione, la seduzione, il mondo viscerale dell'istinto che spesso se ignorato diventa un vincolo pesantissimo e crea terribili illusioni. 

Fondendo gli arcani con il passaggio da un nome all'altro vediamo che una comunicazione autentica e autorevole (Papa + Stephanos) è stata ceduta in cambio di una illusoria protezione (Diavolo + Petra). 

Scopriamo che nella postazione "Stefania" il papa è rovesciato e questo ci dice che il motivo che ha spinto la consultante a liberarsi del suo nome "regale" è stato un problema probabilmente legato alla comunicazione, forse dei propri desideri, forse legati alla propria natura. La consultante ha ricevuto molte batoste dalla vita, forse dovute all'incapacità di sentirsi autorevole (Corona/Stefania), di farsi ascoltare (Papa). Questo l'ha spinta - come spesso succede - a ritrarsi, rinunciando però - insieme al suo nome originario - anche alla possibilità di esprimersi con risolutezza (il Papa è un personaggio che quando parla viene ascoltato). C'è poi un altro tema nel Papa: il padre. Forse cambiando nome Stefania ha voluto mettere distanza tra sé e suo padre? Lo ha fatto per "ribellarsi" ad una figura paterna? La ribellione è una parola chiave che richiama il Diavolo, la carta uscita in "posizione Petra". 

La consultante vede nel nuovo nome "Petra" la possibilità "diabolica" di essere diversa, più libera e spregiudicata e, al contempo, di non essere più ferita dagli altri facendosi dura come la pietra. La consultante ammette durante il consulto: "voglio che mi vedano dura. E chi mi ama saprà superare le mie barriere!". Cosa ci dice il diavolo in proposito? Il diavolo è una carta che ci parla di illusioni e vincoli. E infatti scegliendo un nome così "duro", ponendo ostacoli all'altro, che vuole conoscerci, pregiudichiamo la natura stessa del confronto. La consultante si vincola ad un destino di rigidità e paga un prezzo in termini di spontaneità, apertura al mondo e dolcezza. 
Poiché non sembra soddisfatta della sua attuale situazione, decido di metterle un tarlo nell'orecchio proponendole una riflessione: quante volte per difenderci sacrifichiamo la nostra luce interiore facendoci pietra e gettando la corona?

Forse privarci di una corona per inseguire le lusinghe di un approccio duro con gli altri ci dà sicurezza, ma ci impedisce di esprimere la nostra vera natura.  

In conclusione mi sentirei di consigliare alla consultante di lasciare Petra e tornare ad essere "Stefania", affrontando i problemi che ha avuto nel trasmettere le proprie emozioni, senza lasciarsi abbindolare dalle illusorie promesse di un atteggiamento duro come la pietra. 

Alla luce di quanto detto, ecco un esercizio di consapevolezza: cerca il significato del tuo nome. Ti ritrovi? Quali aspetti della tua vita attualmente rispecchia? E se potessi scegliere un nome nuovo, quale sarebbe? 

In aggiunta: se hai un mazzo di Tarocchi estrai una carte per il tuo nome e quello scelto. E fai un confronto tra le immagini e il significato dei nomi. Anche se non conosci il linguaggio dei Tarocchi ti sarà utile. 



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